L'estate è da sempre stata la
mia stagione preferita, è la stagione della luce,
dei colori e dell' allegria. Chi non ha un bel
ricordo legato all'estate, all'infanzia o a
un amore? Il mio ricordo più bello ad esempio è
legato alle sere d'estate, quando bambina giocavo
nell'aia, mia mamma seduta davanti alla porta
chiaccherava con qualche vicina sventolando uno
strofinaccio per allontanare le zanzare. Io
rincorrevo le lucciole, volevo prenderle per
metterle poi sul mio comodino e vedere la loro luce
vicino a me, ma quando ne racchiudevo
una delicatamente fra le mani la sua luce si spegneva, allora la
lasciavo andare e la vedevo di nuovo brillare, è la
magia dell’estate, fatta di sogni e fantasia, a
volte di illusioni ma rimane sempre nel cuore. Ed è
per questo che ho voluto dedicare una pagina a
questa meravigliosa stagione, con immagini e poesie.
LadyValella
Tremule luci ammontano la volta
del cielo,
la bianca luna si ammira incantata nello
specchio del mare
è la magia… dell’estate.
(Giuliana)
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Giorni infuocati dai caldi colori, ricorda la mente
antichi sapori,
spiagge assolate, corpi frementi offerti al bacio del sole.
Illusioni d’amore si cullano tra l’onde del mare,
nell’aria s’espande l’olezzo dei tigli
e un vento invidioso passando accarezza l’oro del grano.
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Sento nell’aria profumo
di mare, evviva, corriamo a giocare! Aspetta un
momentino, ti spalmo la crema come un crostino. Con la
paletta voglio scavare, una buca grande in cui entrare.
Con il salvagente provo a nuotare, che bello sguazzare
nell’acqua di mare. Tra spruzzi, tuffi e balli di
gruppo, sono stanco come un biscotto zuppo. Mi stendo
sopra al materassino, e mi regalo un bel riposino. Per
cena piadina, rucola e squacquerone, rientrerò a casa
davvero ciccione. Fotografo gli ombrelloni colorati, e
la sabbia dai riflessi dorati. L’ultima sera ammiro i
fuochi d’artificio spero proprio che siano di buon
auspicio. L’anno prossimo torneremo e di nuovo ci
divertiremo!
(Claudia e Topastro)
Era un giorno molto afoso
tutti in cerca di riposo
gli animali del boschetto
voller fare un bel bagnetto.
L’acqua fresca del ruscello
sotto l’ombra di un ombrello
tutti quanti allegramente
con il loro salvagente!
Solo il topo vanitoso
si credeva coraggioso
si tuffò tra il gran vociare
ma ahimè, non sa nuotare!
Ecco il riccio impietosito
getta uno stelo fiorito
il topino affaticato
ci si aggrappa spaventato.
“Sei un topo come gli altri
hai voluto un po’ vantarti
stavi ormai per annegare
sol perché non sai nuotare,
non puoi essere un girino
una lontra o un castorino,
per lor l’acqua è una casetta
fresca, limpida e protetta”.
Si pensò a una soluzione
con la collaborazione
di architetti e muratori
che iniziarono i lavori.
Si costruirono piscine
per lumache e formichine
tanti allegri trampolini
per atleti topolini.
Tutti a scuola anche di nuoto
si usò pure un nido vuoto
che divenne una perfetta
grande e solida barchetta!
Divertenti le nuotate
nella bella e calda estate
tutti esperti nuotatori
tra l’erbetta, l’acqua e i fiori!
(chiara)
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D’estate le giornate sono lunghe e abbaglianti di
sole, il cielo è di un colore azzurro intenso.
Le notti sono brevi, luminose, stellate.
Corrono le lucertole lungo i muri, nei prati cantano
i grilli, sulle siepi stridono le cicale,
le rane e le raganelle gracidano nei fossati, volano
le farfalle, le lucciole.
Mille insetti palpitano fra la vegetazione rigogliosa
della terra.
Un giorno,
in un grande giardino in mezzo a tanti fiori
colorati, era nato un fiore davvero strano: brutto e
storto. Tutti gli altri fiori dicevano che era il
più brutto fiore fra tutti e nessuno voleva stargli
vicino. Il povero fiore, triste e solo, soffriva, ma
non si lamentava mai. Trascorreva le sue giornate a
guardare il sole nel cielo. Gli piaceva così tanto
il sole che, per cercare di avvicinarsi a lui, si
era allungato molto. Quando il sole si spostava,
anche il fiore lo seguiva girando la sua corolla. Un
giorno il sole si accorse di quel fiore solo e
triste che lo guardava sempre, decise di conoscerlo
e gli si avvicinò. Dopo aver ascoltato la triste
storia del fiore, il sole decise di aiutarlo e con i
suoi raggi splendenti abbracciò il fiore, che si
accese subito di un bel giallo vivo e sembrava
essere quasi d’oro. Da quel giorno il fiore diventò
il più alto e il più bel fiore fra tutti quelli del
giardino. Diventati amici, il sole decise che
meritava un nome speciale e così da quel giorno
venne chiamato girasole.
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